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Benessere della Donna

Menopausa

Il benessere della donna è correlato al suo stato ormonale: gli ormoni sono dei messaggeri chimici in grado di regolare gran parte della fisiologia di una donna e le loro variazioni sono legate alle transizioni nelle varie fasi della vita.

La menopausa è una stagione fisiologica della vita di ogni donna, che sopraggiunge come condizione naturale, fra i 45 e 50 anni. Per motivi quali fumo, indice di massa corporea più basso di quello ideale, abuso di alcool e alimentazione errata, questa età può subire dei lievi anticipi. Anche interventi chirurgici escissivi possono indurre una menopausa chirurgica anticipata cosi come trattamenti terapeutici come radioterapie o chemioterapie.

Dal punto di vista biologico corrisponde all’esaurimento funzionale dell’ovaio con la conseguente drastica riduzione degli ormoni sessuali femminili, ossia estrogeni e progestinici. Gli estrogeni, così detti poiché sono responsabili dell’estro in diverse specie animali (cioè della recettività sessuale), sono gli ormoni che inducono la maturazione e il corretto sviluppo degli organi sessuali secondari. I progestinici, invece, sono i responsabili della corretta gestazione e dunque la loro produzione è indispensabile nel periodo fertile della donna.

I livelli degli ormoni sessuali femminili seguono un ciclo regolato sia dal sistema endocrino che da quello nervoso centrale. Com'è descritto nell’immagine 1A, normalmente, la produzione degli ormoni sessuali femminili da parte dell’ovaio è sotto il controllo ipofisario, a sua volta stimolato dall’ipotalamo. L’ipotalamo e l’ipofisi sono due strutture facenti parte fisicamente del sistema nervoso centrale che regolano e partecipano alla funzione endocrina, l’ipotalamo a monte e l’ipofisi a valle: si parla per questo di sistema neuroendocrino. L’ipofisi, dunque, in seguito alla stimolazione da parte delle gonadotropine (ossia ormoni stimolanti le gonadi) prodotte dall’ipotalamo, inizia a produrre a sua volta altri due ormoni, LH e FSH, due gonadotropine che, immesse nel circolo veicolatorio sanguigno, raggiungono l’ovaio e ivi svolgono la loro azione. L’ovaio, quindi, stimolato dall’asse ipotalamo-ipofisi, produce gli ormoni sessuali che andranno a svolgere a cascata una serie di funzioni su organi e apparati differenti, essendo trasportati ai target bersaglio, anche posti fisicamente lontani, dalla circolazione sanguigna. Questo processo prende il nome di feedback positivo, in quanto la stimolazione a cascata induce una produzione, una induzione di ormoni, e in figura viene rappresentato dall’indicazione “+”.

Gli ormoni sessuali femminili hanno come organo bersaglio, tra gli altri, anche l’ipotalamo: essi infatti sono in grado di bloccare la produzione delle gonadotropine ipotalamiche e quindi indurre un feedback negativo sull’ipotalamo, agendo cioè da regolatori negativi (indicati in figura dal simbolo “-“). Questo blocco a monte inibisce la stimolazione a cascata e quindi si avrà, come risultato finale, una riduzione dei livelli degli ormoni sessuali stessi. Questo meccanismo è indispensabile per la regolazione dei livelli ormonali: quando gli estrogeni sono presenti a livelli sufficienti nell’organismo, essi stessi ne bloccano un’ulteriore produzione via ipotalamo-ipofisi. Al contrario, quando i livelli di ormoni sono bassi, il feedback negativo viene a mancare e cosi l’ipotalamo in primis e l’ipofisi in secundis stimolano l’ovaio a produrre ulteriori ormoni sessuali. Questo loop è quindi finemente regolato.

Nell’immagine 1B invece possiamo vedere cosa succede all’asse ipotalamo-ipofasi-ovaio durante il periodo a cavallo del climaterio. Con l’età, l’ovaio risponde sempre meno alla stimolazione positiva delle gonadotropine ipofisarie, producendo sempre meno ormoni sessuali, fino a che la produzione di estrogeni da parte dell’ovaio si annulla. Viene così a mancare il feedback negativo esercitato dagli estrogeni sull’ipotalamo e conseguentemente si ha una interruzione del loop che a sua volta determina un aumento sostanziale dei livelli circolanti di LH e di FSH.

La riduzione del livello di estrogeni con l’avanzare dell’età comporta una serie di cambiamenti nel trofismo, nel metabolismo e nell’ambito sessuale e psicologico che si associano a dei sintomi specifici come riportato in figura.

SINTOMI PRECOCI

- Vampate di calore (note anche come hot flashes) e sudorazioni, soprattutto notturne, dovute alle forti oscillazioni del tasso di estradiolo nel sangue conseguenti all'irregolare produzione di estrogeni. Queste oscillazioni sono accompagnate, come già detto, da un aumento dei livelli delle gonadotropine centrali, le quali normalmente sono in grado di regolare i sensori neuronali del calore: quando però i loro livelli sono aumentati, anche la stimolazione dei sensori è alterata e si ha una improvvisa percezione di calore accompagnata da una sudorazione, nella parte finale dell’episodio.

- Insonnia e ansia/depressione possono essere dovute sia alla comparsa di vampate che possono disturbare il riposo, sia da alterazioni neurochimiche che sono causa anche di malinconia, depressione, ansia immotivata.

SINTOMI INTERMEDI

Successivamente si ha la comparsa di sintomi legati principalmente al processo di invecchiamento dei tessuti estrogeno-dipendenti

- Secchezza cutanea che comporta una maggiore comparsa di rughe profonde, unghie e capelli più fragili.

- Riduzione del metabolismo basale con conseguente aumento di peso, anche in presenza di un regime dietetico normale.

SINTOMI TARDIVI

- Maggiore rischio di patologie cardiovascolari dovuto alla scomparsa del ruolo protettivo degli estrogeni nei confronti dell'apparato cardiovascolare. Infatti è proprio nel climaterio e negli anni immediatamente successivi che si incentra la più alta frequenza di ictus, angina pectoris ed infarti del miocardio.

- Comparsa dell’osteoporosi a carattere invalidante, che rende una caduta o dei semplici movimenti bruschi causa di fratture difficilmente risolvibili. Gli estrogeni infatti regolano la presenza di calcio nel sangue e quindi una loro graduale diminuzione, fino alla completa scomparsa, fa decadere il check-point regolatorio con conseguente maggiore riassorbimento osseo e una struttura quindi più fragile e porosa.

Assunzione di integratori

La supplementazione attraverso l’assunzione di integratori alimentari è fortemente consigliata sia come supporto nutrizionale sia per prevenire la comparsa dei sintomi associati alla menopausa o per alleviarne la severità, quando già presenti. Inoltre l’utilizzo di integratori può ridurre, se non sostituire, la somministrazione di farmaci estro-progestinici, mitigando così gli effetti collaterali ad essi associati.

Menoreact
OSTEOPOROSI

CIMICIFUFA, ISOFLAVONI DEL TRIFOGLIO ROSSO, MAGNESIO BISGLICINATO, VITAMINA D3

PELLE E CAPELLI

ISOFLAVONI DEL TRIFOGLIO ROSSO, VITAMINA D3, VITAMINA B12, BETACAROTENE

VAMPATE DI CALORE

CIMICIFUGA, ISOFLAVONI DEL TRIFOGLIO ROSSO

INSONNIA, IRRITABILITA’, ANSIA

CIMICIFUFA, MAGNESIO BISGLICINATO, MELATONINA

SISTEMA IMMUNITARIO

VITAMINA D3, MELATONINA, BETACAROTENE, VITAMINA D3, VITAMINA B12

STRESS OSSIDATIVO

ISOFLAVONI DEL TRIFOGLIO ROSSO, VITAMINA D3, BETACAROTENE, SELENIOMETIONINA

SISTEMA CARDIOVASCOLARE

CIMICIFUFA, ISOFLAVONI DEL TRIFOGLIO ROSSO, MAGNESIO BISGLICINATO

Per quanto riguarda, invece, le misure comportamentali, è indispensabile adottare uno stile di vita sano, che comprenda sia la sfera alimentare, sia quella motoria. Poiché in menopausa si ha un rallentamento del metabolismo basale, è indispensabile adottare una dieta leggera, ridotta di almeno 200-300 calorie al giorno, ma ricca di calcio, vitamina D e magnesio. Abbinare poi una lieve e moderata attività fisica, anche se costante, come delle passeggiate a passo svelto di circa mezz’ora all’aria aperta o delle pedalate in bicicletta, che oltre a migliorare il tono muscolare, aiutano l’umore.

Per far fronte ai numerosi cambiamenti che la menopausa ha insiti in sé e per contrastare la comparsa di sintomatologia severa è indispensabile adottare misure terapeutiche e comportamentali adeguate. Tra le misure terapeutiche, quella maggiormente diffusa è la terapia ormonale sostitutiva, che consiste nell’assunzione di estrogeni e progestinici per via orale o per via trasdermica, che vadano a colmare gli effetti derivati dalla loro carenza. Anche se la terapia estrogenica può mitigare la sintomatologia e ridurre le principali problematiche connesse con il climaterio, va utilizzata sotto stretto controllo del medico. L’utilizzo o meno di una terapia sostitutiva può dipendere da un bilancio tra l’effettiva utilità (in caso di un peggioramento della qualità di vita davvero notevole) e gli eventuali problemi post-somministrazione terapeutica.